NanayNascita 2.0 Incontro di presentazione. Sono incinta, che faccio?

4 Novembre 2020
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Idee Pregresse sulla Maternità

di Nadia Babani

 

Sono già un po’ di anni che vivo in campagna, abbastanza isolata dal mondo ed a contatto stretto,moooolto stretto con la natura.

Che meraviglia!

Molte di voi diranno che è invidiabile starsene tutto il giorno osservando le piante e il cambio del cielo,

beh, non sempre è così…

A volte è molto noioso e c’è sempre un gran lavoro, se vuoi che sia equilibrato il rapporto tra noi umani e la natura.

Quando vivevo a Roma e mi sentivo inscatolata nel mio appartamento non credevo che vivere nella natura avesse i suoi costi oltre che benefici.

Avevo un po’ idealizzato il tutto, credevo che vivere in campagna avesse solo aspetti idilliaci;

senza dubbio ora non sarei più capace di passare troppo tempo in una città indossando le scarpe per più di un ora al giorno….

Però è stato importante anche per me rendermi conto di quanto spesso si tende ad idealizzare qualcosa che poi nella pratica ha tanti altri aspetti da valutare.

Questo lo racconto perché spesso anche per la maternità capita la stessa cosa:

abbiamo la nostra idea pregressa di cosa potrebbe essere per noi diventare madre e spesso non coincide con la realtà.

Dico spesso perché a volte è migliore di come ce lo aspettavamo, ma tardiamo ad accorgercene.

O semplicemente è qualcosa che non corrisponde alle nostre aspettative.

Ma come si formano queste aspettative, chi ci infila nella testa questa idea di maternità pregressa?

Quali sono oggi le immagini di maternità a cui attingiamo per formare queste nostre idee pregresse?

Non è semplice renderci conto che ciò che noi crediamo appartenga alla cultura che respiriamo, una cultura la nostra, spesso dicotomica, che non ci permette di vivere tante sfumature che generalmente appartengono alle cose.

Infatti, per tornare alla maternità potremmo fare due grandi gruppi che un po’ mi ricordano la separazione tra natura e cultura tipica del dibattito antropologico…:

Approccio alla maternità che potremmo definire “naturale” , e un Approccio alla maternità più “medicalizzato”, e delegante; Sicuramente, quest’ultimo approccio segue il Mainstream.

In generale in questi due grandi bacini si consuma un dibattito eterno su come affrontare la maternità, il parto e la cura dei piccoli.

Chi partorirà in casa si opporrà all’epidurale di chi sostiene che è un diritto non soffrire e partorire in un ospedale super medicalizzato;

chi decide di allattare fino a 5 anni il bambin* andrà contro le madri che pensano che dare il latte in formula sia più utile;

chi non usa il pannolino, chi lo usa in tela, chi solo in plastica;

chi porta  i bebè  in fascia, chi l* abitua a dormire da sol* a un giorno e mezzo;

chi l* svezza con pizza alle cipolle e chi solo con kuzu giapponese…

E’ una divisione riduttiva, provocatoria  e ironica, un po’ per stemperare le tensioni che spesso si creano fra le madri o meglio le famiglie che cercano di prendere posizioni riguardo alla maternità e la useremo come spunto per parlarne insieme.

E’ in questo senso che l’esperienza associativa con Nanay mi ha permesso di districarmi in questo dedalo di idee pregresse, vedendo che tutte sempre passiamo in queste strettoie quando decidiamo di avere un bambino o una bambina.

Ovviamente non ho delle soluzioni alle domande che ci poniamo però è molto utile e affascinante l’esercizio di smontare le idee pregresse per ricostruire qualcosa che più si avvicina ad un nostro modo molto personale e sottolineo speciale di essere madri e genitori , suffragato ovviamente da nuove evidenze (non solo scientifiche).

Il tentativo di trovare il famoso equilibrio tanto banalmente citato e che fa sentire le madri così atterrite di fronte alla totale mancanza di informazioni e supporti neutri e non giudicanti , o all’enorme differenza tra ciò che si aspettavano e quello che si viene dimostrando essere nella realtà la gravidanza e la maternità.

Pertanto abbiamo pensato di partire dal banale e di parlare di argomenti basilari, per cercare proprio di ricostruire il nostro personale senso di maternità, facendo ricorso al potente strumento del cerchio fra donne e del confronto fra madri.

Iniziando dalla gravidanza:

Sono incinta. Che faccio?

A chi mi rivolgo?

Devo solo pagare un ginecologo e affidargli totalmente il mio corpo e quello del mio futuro bebè? Ho qualcosa invece da scegliere e decidere autonomamente? Come??

Che ruolo svolgono le ostetriche?

Che tipo di strutture gratuite esistono?

Posso partorire in casa? Mi rimborsano?

E se scelgo di partorire in ospedale?

E se scelgo di partorire da sola? Sarebbe possibile?

NanayNascita 2.0 Incontro di presentazione

Ne parleremo con l’amica ostetrica Giovanna Oscari.

16 novembre, h.17:00

Siateci.

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